Caffè caldo, pane burro e marmellata; la notte passa in fretta ed il risveglio non poteva che essere dei migliori. Eh, sì… Chissà perchè quassù tutto ha un odore più buono. Forse solo per l’aria genuina e priva di contaminanti o forse per il semplice motivo che mente e corpo si trovino sgomberi da miriadi di affannosi pensieri quotidiani. Sarà quel che sarà, intanto dalla piccola finestra del rifugio, entra in scena l’alba.
L’alba; altro lusso che oramai in pochi possono permettersi di gustare con la dovuta tranquillità. Alla guida di un’auto lungo il tragitto per raggiungere il lavoro o dietro le finestre attendendo la fine del lavoro! Questi i due casi comuni a tutti di “godersi” l’alba…
Sguscio dal sacco a pelo, mi vesto frettolosamente infilandomi quello che trovo, inforco la macchina fotografica, esco e…
… il lento sorgere del sole mi ipnotizza, una variazione di toni e luci si susseguono facendo da scenografia ad una manciata di nuvole che danzano spinte dalla brezza mattiniera sopra il Monte Cupolino; sono indeciso se godermi lo spettacolo o scattare qualche foto. Ok, guarderò lo spettacolo dal mirino della macchina!

Là oltre la cresta, non appena il sole diviene una palla dai toni caldi, le nuvole prendono il sopravvento. Dapprima un lieve velo avvolge tutto ma nell’arco di qualche minuto (come leggenda vuole) non si vede più nulla nel raggio di 50 metri.
“Scaffaggiuolo, lago picciolo è nell’Appennino […] se alcuno da per sé, ovvero per sorte, sarà che getti una pietra o altro in quello, che l’acqua muova, subitamente l’aere s’astringe in nebbia e nasce di venti…”
Escursionisti per scelta, decidiamo di proseguire lo stesso. Fra qualche goccia di pioggia gelata e un’ottima scarsa visibilità, dentro di noi rimane la remota speranza che poco più in là tutto si dissolva in una bella, invernale, giornata di sole.

Il resto del viaggio anzichè raccontarvelo come di solito, questa volta voglio condividerlo con voi facendolo vedere, dunque; BUONA VISIONE!
© Salvatore Di Stefano