Sole, poca neve e 6° centigradi, quello che non ti aspetti in dicembre a 2000 metri.
Lunedì 7, appena passate le 9:00. Scarponi legati, zaini in spalla e racchette da neve appese allo zaino.
Appese dove? Già, appese allo zaino!
Così comincia il dilemma; ciaspola sì, ciaspola nò… Stefania, che si aspettava un paio di giorni passati a “galleggiare” sul manto nevoso, faticosamente, intuisce subito che la permanenza sarà di tutt’altro stampo.
Se qualcuno ancora non lo sapesse, il 2015, è stato l’anno più caldo mai registrato sin dal 1880: +1° centigrado! A dimostrazione che l’evento non sia un fatto isolato, parlano chiaro gli ultimi cinque anni. Il quinquennio 2011-15 ha fatto registrare temperature di circa 0,57 gradi più alte rispetto alla media del periodo di riferimento 1961-90. Così, mentre a Parigi, comodi in una qualche sala di lusso, svolgono la conferenza mondiale sul clima, quassù gli effetti si sentono sulla pelle.
Di chi è la colpa? Con poca immaginazione sono certo che indoviniate!
Lasciandoci alle spalle il laghetto ghiacciato, almeno quello, del Cavone, risaliamo verso il Rifugio le Rocce. 300 metri di dislivello rompigambe affrontati tutti d’un fiato. Tra pietre e poca neve, persino farinosa, qualche arduo sciatore sfreccia indifferente lungo le piste. Incurante dei discesisti, cerco di spiegare alla Stefania, che segue sempre la mia ombra a non più di due o tre metri, il modo migliore per affrontare alcuni pendii ghiacciati senza finire muso avanti…
Risultato? Immaginate voi!
Pascolando qua e là, pur di giustificare il peso delle ciaspole sulle spalle e sopratutto accontentarla, decido di cambiare tragitto. Mi aspettavo ci fosse veramente poca neve, ma non così poca! Complice il sole splendente e l’ottima visibilità decidiamo di risalire sul crinale dalle Malghe. Non che quassù la neve abbondi, ma sottocrinale e fuorisentiero quei 40/50 cm qua e la, si trovano.
Qual’è il prezzo di questa scelta? Sudore e fatica….

Senza nemmeno pensarci troppo siamo già al piccolo bivacco. Eccole, tutte le creste in fila, dominate dal Cimone. Sicuramente è valsa la pena sudare fin quassù per ammirarle da tutt’altra prospettiva. Manca poco alla cresta, solo un’ultimo sforzo!

Ah! Anche qua le racchette da neve sono tornate appese sullo zaino da un pezzo…
Quindi? Non rimane che avanzare lungo un sentiero invernale e spoglio di neve fino al Lago Scaffaiolo. La sera si affaccia ed i colori cambiano. Complice l’avanzare di qualche nuvola la scena cambia e sul piccolo laghetto, vestito d’inverno, comincia a fare freddo.

Sono a malapena le 18 e visto che di questa stagione il buio arriva presto, rimane solo da trovare la giusta sistemazione nel bivacco, in modo da passare la notte ed In attesa che torni di nuovo giorno. Scaldati dal sacco a pelo, un’abbondante piatto di zuppa e dalla legna che scoppietta vivacemente nella stufa, il nuovo giorno arriva abbastanza in fretta…
stay tuned…
© Salvatore Di Stefano