Zaino in spalla e stomaco non troppo pieno; ci reimmergiamo nella macchia fuori Vernazza. Il sole scalda, 23 gradi mi costringono alle maniche corte. Stefania, intimorita dalla brezza marina, si intestardisce ad indossare ancora maniche lunghe e giacca antivento: Boh…!

Scale e strapiombi a parte, quassù, lungo la seconda tratta, il sentiero segue un copione leggermente differente dalla mattinata; più ci avviciniamo a Corniglia, più la mulattiera si fa intrigante. Non si ammirano più solo vigneti o limonaie ma s’attraversano anche uliveti ben tenuti.

Il vento soffia leggermente e nell’aria si diffonde un odore di mosto fermentato e focaccia appena sfornata. Sarà lo stomaco di nuovo vuoto o la semplice immaginazione, ma tutto mi fa tornare in mente un aneddoto letto un paio di giorni fa:

« […] E allora in una tovagliuola bianchissima gli portò due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia da Corniglia […] »

Boccaccio, Decameron, Decima giornata, seconda novella-

La novella narra le disavventure dell’abate di Cluny, fatto prigioniero e sofferente di mal di stomaco. Il prelato, veniva curato dal suo stesso carceriere con una medicina che non sarebbe dispiaciuta a molti: due fette di pane bene arrostito, servite in una tovagliuola bianchissima ed accompagnate da un buon bicchiere di Vernaccia di Corniglia. Proprio una brutta fine, quella!

Corniglia e il suo promontorio.
Corniglia e il suo promontorio.

Sito al centro delle Cinque Terre, Corniglia, è l’unico dei 5 borghi che non si affaccia direttamente sul mare, anzi, è sospeso sulla punta d’un promontorio alto circa una novantina di metri. Perchè vi dico ciò? Semplice, il motivo ha pure un nome; scalinata detta Lardarina. 33 rampe con 382 gradini per affrontare i 90 metri di dislivello, disposti quasi a picco sulla stazione dei treni!

Beh, nulla a confronto delle scalinate fin ora affrontate: irregolari, scivolose e pure adagiate nello stesso letto di qualche vallone.

corniglia-0011
Corniglia

Corniglia è tutta raccolta e d’un colpo, proseguendo lungo la via carrozzabile si arriva in centro paese. Piazzetta Ciapara (in dialetto locale ciapà), permette l’accesso nel carugio di Corniglia. Quest’ultima stretta via, invece, porta fino alla piazza principale, chiamata Largo Taragio. Tutto qua? No! ricordatevi della scalinata…

Cosciente del fatto che sia l’ultimo sforzo di giornata e che “alla bassa tutti i santi aiutano”, ci fiondiamo giù per la “Lardarina” fino ad arrivare, appunto, in stazione dei treni.

Il viaggio d’oggi finisce qua, rimangono si e no 10 minuti di treno per tornare a Monterosso. Là, Giovanni, l’oste, avrà sicuramente altre mille storie da raccontare.

Stazione dei treni
Corniglia,stazione dei treni.

La mia mente è già proiettata nella giornata di domani. Affronteremo, forse, il tratto più impegnativo: da Corniglia arriveremo a Riomaggiore passando per Manarola, unico problema, le frane che interrompono alcuni tratti di sentiero. Studierò meglio stasera il da farsi, ora, un lungo fischio del treno, mi riporta nel presente.

To be continued…

© Salvatore Di Stefano

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